Da scarto a risorsa

Sono tante le realtà di ViVaCom. Provengono da mondi diversi, ma agiscono nel presente con sensiblità simili. Oggi la nostra attenzione è rivolta a Insieme Cooperativa Sociale, nata nel 1979 per iniziativa di cittadini vicentini che hanno proposto un confronto sul tema della qualità della vita con attenzione al mondo del lavoro, in particolare per persone fragili, e all’aumento dei consumi e, quindi, dei rifiuti.

“Dal 1979 trasformate lo scarto in risorsa”. In questi 43 anni cosa è successo?

In una logica di ecologia integrale, Insieme trasforma lo scarto in risorsa attraverso il riuso, la preparazione per il riutilizzo e il riciclo, coinvolgendo persone a rischio di esclusione, in un modello oggi definito di “economia circolare e inclusiva”. Inizialmente la dimensione del nostro lavoro era locale, poi su alcuni fronti è diventata nazionale e da molti anni anche europea, in particolare sui temi ambientali.

Diamo una “seconda possibilità” a persone e a cose:

  • Persone: da un piccolo gruppo di cittadini vicentini, 43 anni dopo sono circa 200 le persone coinvolte nell’organizzazione, di cui circa metà sono fragili, inserite in percorsi di reinserimento sociale e lavorativo.
    In 43 anni più di 1200 persone con alle spalle esperienze di disagio e esclusione hanno trovato una proposta educativa e di accoglienza. In collaborazione con i Comuni del territorio, le ULSS, il Ministero della Giustizia, Insieme ha scelto di fare della normalità di un posto di lavoro, un’occasione di crescita ed emancipazione.
  • Cose: da una piccola stalla in affitto dove cominciare a raccogliere indumenti usati, oggi contiamo 2 impianti autorizzati alla preparazione per il riutilizzo, 4 punti vendita dell’usato al dettaglio, all’ingrosso e online. Inoltre, ci occupiamo di gestione di ecocentri a livello provinciale, di raccolta convenzionata di rifiuti ingombranti, di sgomberi industriali e civili, di raccolta, trasporto e intermediazione di rifiuti, anche pericolosi.

E poi ricerchiamo e sperimentiamo, sia in ambito ambientale che sociale: dall’ecoprogettazione alla giustizia riparativa, da forme innovative di riciclo all’educazione finanziaria, continuiamo nell’impegno di crescere come laboratorio collettivo e e di influenzare, come negli scorsi 4 decenni, il modello socio-economico basato sul massimo profitto e sul consumismo.

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Sul riuso, sul riciclo, sull’economia circolare… come siamo messi? C’è ancora molto da fare?

Dobbiamo passare dalla cosiddetta economia lineare (prendi risorse, produci cose, usale, buttale) a quella circolare (prendi risorse, produci cose, usale, riusale il più possibile, riciclale il più possibile e con il materiale che ricavi produci di nuovo senza buttare mai davvero).
Per fare questo bisogna mettere in discussione il nostro modello di produzione e di consumo. Tutti, aziende pubbliche e private, non profit e cittadinanza, sono coinvolti.
Crediamo poi che sia fondamentale il binomio ambiente-sociale: prendersi cura sia dell’ambiente che della società è la migliore, e unica, opzione.

Possiamo dire che le vostre 4 A – ABITARE, ACCOGLIENZA, AMBIENTE, AUTOGESTIONE – si sposano bene con il progetto ViVaCom?

Da quarant’anni intrecciamo le nostre proposte sociali e ambientali con il territorio vicentino. Dalle prime esperienze di vicinanza a mondi difficili di marginalità e disagio giovanile ed adulto abbiamo presto imparato che il territorio non era semplicemente il posto dove “fare delle iniziative” e “rendersi visibili”, e neanche dove poter e dover essere solo degli attori attenti, responsabili e propositivi, ma un vero e proprio terreno in cui “radicarsi”, mantenendo scambi vitali e continuativi, in una logica di reciprocità che va oltre ogni utile, calcolo o funzionalità immediata. Insomma, Abitare piuttosto che utilizzare occasioni e risorse collettive. E, ancor più precisamente, Abitare la soglia che sta tra il dentro e fuori, tra inclusione ed esclusione, agio e disagio, normalità e diversità, dove il margine si fa frontiera di conoscenza e crescita.
Abitare racchiude Accoglienza, Ambiente e Autogestione. È la parola, tra tutte le nostre quattro A, che dà il senso alla nostra partecipazione al progetto ViVaCom.

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Nel sito ViVaCom, alla voce Cooperativa Insieme, si legge: “insieme, possiamo proporre nuovi stili di vita, diversi paradigmi di produzione e consumo in una logica di ecologia integrale”. Ci fate qualche esempio di nuovi stili di vita che dovrebbero essere intrapresi?

Al fine di raggiungere la sostenibilità ambientale, gli stati europei e quindi tutti i cittadini devono seguire pedissequamente la “gerarchia europea dei rifiuti”, riportata nel seguente schema:

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Il gradino più alto rappresenta la miglior opzione ambientale, il più basso la peggiore.
Negli scorsi trent’anni è stato strutturata la filiera del riciclo, i prossimi sono da dedicare alla prevenzione dei rifiuti ma anche alla trasformazione dei rifiuti non solo in materiali riciclati ma in beni, attraverso la Preparazione per il Riutilizzo. Questo è l’anello di congiunzione che permette davvero di passare da un’economia lineare a un’economia circolare. Ridurre, attraverso il consumo critico, l’ecoprogettazione e il riuso di beni, Preparare per il Riutilizzo i rifiuti e Riciclare sono le tre vie da perseguire per estendere la vita dei prodotti che utilizziamo ogni giorno e abbassare i quantitativi di ciò che va termovalorizzato o in discarica.

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Ci fate qualche esempio di diversi paradigmi di produzione?

Prima dobbiamo rimettere in circolo tutto ciò che oggi scartiamo, come detto, grazie alla riduzione dei consumi e alla Preparazione per il Riutilizzo dei rifiuti. Poi dobbiamo iniziare a “eco-progettare”.
La progettazione sostenibile si colloca nel primo gradino della gerarchia europea dei rifiuti, ossia quello della prevenzione. Consiste in linee guida generali e qualitative che mettono l’ambiente al centro del processo di sviluppo di un prodotto insieme ai parametri riguardanti gli aspetti sociali, economici, funzionali, prestazionali ed estetici. Nello specifico, il ripensamento del design deve soddisfare le esigenze del consumatore ma anche e soprattutto prevedere nuove tecniche o accorgimenti al fine di migliorare la sostenibilità del prodotto.

Come leggete e intendete l’espressione “ecologia integrale”?

L’ecologia integrale è un nuovo sguardo, che vede, coltiva e cura le connessioni e le interazioni tra l’ambiente naturale, le istituzioni, l’economia, la società e tutte le sue culture.

Cosa vi ha fatto scattare la scintilla per aderire a ViVaCom?

Ci interessa essere organizzazione che aiuta a pensare e a cambiare, non solo a fare; che consegna alla città visioni non parziali ma approfondite dei problemi e delle tensioni incontrate nei territori; che attua economie e modelli di responsabilità collettiva e un modo ‘altro’ di fare impresa. Con ViVaCom ci interessa rafforzare l’azione educante coordinata tra le organizzazioni per la cura dei beni comuni.

Quali sono i passi che vi piacerebbe compiere accanto / dentro ViVaCom?

Ci interessa partecipare ad un processo evolutivo che vede promotrici, ma anche destinatarie, noi organizzazioni di ViVaCom, aiutandoci a rigenerarci e quindi a contribuire meglio e di più ai territori che abitiamo.

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