21 marzo. Giornata nazionale in ricordo delle vittime contro le mafie

Il 21 marzo si celebra la giornata nazionale in ricordo delle vittime contro le mafie. Ecco una testimonianza da condividere nel nostro percorso.

La prima volta che ho partecipato alla lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie era marzo 2016, e non avevo ancora ben chiara la portata che questo evento avrebbe avuto nella mia vita. Saltare qualche ora di scuola per andare ad una manifestazione cittadina non mi sembrava una cattiva idea: vedere un po’ di vita vera fuori dal cancello del liceo, a maggior ragione se c’è il sole, inizia la primavera, e su don Ciotti si sono sempre sentite parole di apprezzamento.

La sensazione che ricordo è quella di sospensione: ma quando finiscono questi nomi? Venti minuti, mezz’ora, cinquanta minuti, un’ora… la lettura è lunga, quanti sono? E quanti sono i nomi che conosciamo? Per la prima volta, ho avuto un assaggio della dimensione che le mafie hanno avuto e hanno in un paese. Avrei scoperto dopo che l’impatto è ancora maggiore, e soprattutto che non sempre diventa visibile.
Si è costretti a prendersi il tempo di pensare a un tema che di solito non arriva nelle nostre vite, e lo si fa quasi di passaggio, come se la lista non fosse così lunga: in piedi, con il sole negli occhi e la giacca in mano.
Negli ultimi tre anni, compreso questo 2022 in cui le piazze nazionali sono finalmente tornate gremite di persone (Napoli era la piazza nazionale, mentre il fulcro veneto è stato a Pieve di Cadore), non ho preso parte allo sventolamento di bandiere e agli applausi commossi, ma anche a distanza di tempo il sentimento e la carica emotiva rimangono intensi.

È sempre controverso il dibattito sulla memoria: c’è chi crede che celebrare diligentemente tutte le giornate nazionali per questa o per quella causa sia un modo per riempire l’agenda di cose importanti, e chi si scoccia al pensiero che nonostante l’ennesima commemorazione le cose brutte, purtroppo, continuano a succedere.
Io ci ho provato a spiegarlo con le parole, ma non è la stessa cosa: i punti di incontro tra ricordare e agire sono infiniti, e tra questi c’è sicuramente la piazza del 21 Marzo. Provate, e poi mi direte.

Una volontaria del presidio di Libera di Vicenza intitolato a Pietro Sanua