“il”, articolo determinativo maschile singolare

Riportiamo, negli Appunti di viaggio, una densa e significativa riflessione del nostro tessitore sociale e promotore di “Vicenza Valore Comunità”, Guido Zovico, sul(la) Capitale e la sua doppia accezione economica e geografica – e sull’ambizione a divenire una “comunità di valore” -, pubblicata nel quotidiano locale, Il Giornale di Vicenza, domenica 20 febbraio.

basilica palladiana

Vicenza e il suo territorio sono in attesa di scoprire se per l’anno 2024 la Città assumerà il titolo e il ruolo di Capitale Italiana della Cultura con il suo progetto “La cultura è una bella invenzione”.

Se essere “la” capitale” significa diventare una sorta di “L-hub-oratorio” nazionale capace, da un lato, di “attrarre” persone, risorse e idee (hub) e, dall’altro, di “produrre” eventi ed esperienze (laboratorio), ciò che è ancor più rilevante è che, con questa candidatura, Vicenza tutta dichiara di voler investire in modo strutturale e strategico su “il” Capitale cultura.

Il Capitale è parola economica che definisce il valore di beni destinati a impieghi produttivi per ottenere nuova produzione. L’Economia, nella sua essenza originaria, ci riporta alla “cura e amministrazione della casa”. E la Cultura è un termine che deriva da colĕre che significa «coltivare».

È oramai assodato che per ogni comunità territoriale il Capitale cultura – che è conoscenza, relazione e capacità di dialogo – è un valore sia quantitativo che qualitativo che va coltivato. Se il risultato prodotto è positivo determina condizioni favorevoli per uno sviluppo equilibrato della dimensione economica, sociale e di benessere integrale; se negativo, o limitato, ne rallenta la crescita. Da qui il corretto posizionamento del mondo imprenditoriale rispetto alla candidatura.

Investire in cultura

La diatriba che per tanto tempo si è sgangheratamente sviluppata nel nostro Paese sull’importanza o meno di investire in cultura o sul concetto stesso di cultura ha portato a registrare un progressivo impoverimento culturale delle persone (capitale umano) e dei beni culturali (luoghi, opere e paesaggio).

Oggi è ampiamente dimostrato il “valore” e il “peso” della cultura quale ingrediente fluidificante dell’agire individuale e collettivo capace di sviluppare nelle persone attitudini, di stimolarne la creatività e l’ingegno, e di alimentarne quel senso di bellezza, di gusto e di stile che è innato in noi italiani ma che, per restare vivo, deve essere continuamente curato e alimentato.

vicenza

Ecco entrare in campo, prepotentemente, il valore educativo che, oltre all’assunzione di nozioni, necessita di poter vivere esperienze culturali che abilitano e accrescono il pensiero e l’animo dell’essere umano e lo mettono in relazione con gli altri e con il contesto che lo circonda.

Una città-comunità che aspira a essere Capitale italiana della cultura deve, perciò, elaborare un piano straordinario di “comunità educante” che sul valore cultura investa in maniera decisa, concreta e intenzionale sulle prossime generazioni.

Un processo collettivo

Ciò che dovremmo innescare, passo dopo passo, è un progetto-processo educativo intergenerazionale e intersettoriale che, con un filo logico e sinergico che inizia dalle scuole dell’infanzia e prosegue sino all’età adulta, connetta e ibridi i linguaggi, le forme e i luoghi culturali e artistici con le attività economiche, sociali, ambientali e del welfare. È questa la vera vittoria a cui ambire.

Si tratta di avviare un percorso collettivo di lunga gettata dove tutti gli “attori” sociali operano verso una meta condivisa, concreta e trasparente dentro la quale, a volte, può risultare necessario fare qualcosa di più, o di diverso, da ciò che si è sempre fatto dimostrandosi pronti ad adeguare abitudini e progetti.

L’esperienza di “Vicenza Valore Comunità” – filiera di organizzazioni diverse tra loro, sia per settore di attività (cultura, sociale, scuola, impresa) che per dimensioni e per forma giuridica, che si sta sviluppando in questi mesi – nasce da queste considerazioni e prova a contribuire a mettere in atto questo processo.

Quindi…?

A cosa ambire, dunque? A diventare una “comunità di valore” capace di esprimere un benessere integrale diffuso, somma di beni tangibili (materiali ed economici) e intangibili (come la salute psicofisica, l’ambiente e la dimensione relazionale).

Il sentirsi “Capitale” è altresì un fattore emotivo che spinge tutti noi a immaginare il nostro avvenire intriso di bellezza, cura e creatività. La vera sfida è crederci. È desiderare di far nascere qualcosa di bello, buono e giusto. Ed è immaginare che il Capitale (anche economico) investito oggi lascerà una buona eredità a chi verrà dopo di noi.

Vicenza Città Bellissima, così come l’intero nostro Paese culla mondiale della cultura e della bellezza, possono coltivare questo sogno che è anche un reale bisogno di rinascita e di rigenerazione di corpo, mente e spirito. Tocca a noi vicentini dimostrare di essere capaci di fare un buon investimento per ricavarne buoni frutti, che sono vantaggi concreti. Per tutte e per tutti. E guardare, così, al nostro domani con fiducia e ottimismo.

GdV